Questo video ci catapulta nel futuro… e fa un po’ paura
Iper-realtà. Con questo termine il postmodernismo indica l’incapacità della coscienza di distinguere tra la realtà e le sue simulazioni, nell’ambito di società tecnologicamente avanzate.
Ed Hyper-reality è proprio il titolo scelto dall’artista Keiichi Matsuda per il suo cortometraggio “profetico”. In esso, partendo dalla domanda classica dei film sulla di realtà aumentata: “e se la pubblicità diventasse troppo invasiva?” Matsuda si addentra nella descrizione di un futuro piuttosto inquietante, in cui la realtà è totalmente offuscata dalla sua controparte virtuale.
Qualcuno obietterà che – in un certo senso – è quello che accade già oggi: le nuove generazioni trascorrono sempre più tempo davanti agli schermi dei loro smartphone piuttosto che all’aria aperta. L’obiezione è comprensibile, ma non parliamo ancora di iper-realtà perché – nonostante i due mondi siano strettamente interconnessi e dipendenti – è ancora piuttosto semplice distinguerli, almeno a livello sensoriale.
Non è più così invece nel mondo immaginato da Matsuda, ambientato in un futuro non tanto lontano se si pensa che le tecnologie per realizzarlo sono già in fase di sviluppo da tempo. Pensiamo ad esempio ai visori per la realtà aumentata come Oculus Rift, all’occhio bionico brevettato da Google o ad HoloLens di Microsoft.
Il cortometraggio è in spagnolo con sottotitoli in inglese (argh!), ma risulta molto godibile anche per chi non parlasse nessuna delle due lingue. I temi con cui dovrà vedersela la protagonista Juliana sono i più disparati: pubblicità invasive, assistenti virtuali invadenti, identità creabili/cancellabili a piacimento, virus, errori di sistema, furti d’identità e gamification totale.
Buona visione!
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