Ogni giorno mangiamo insetti, escrementi e peli di ratto senza saperlo
Non c’è bisogno di essere Bear Grylls per fregiarsi del titolo di “mangiatori di schifezze“. Ogni giorno sulle nostre tavole arrivano infatti, a nostra insaputa:
- ali, zampe e corna di insetti (lepidotteri, coleotteri, tisanuri, psocopteri e blattoidei)
- escrementi e peli di topo e di ratto
- vermi e larve
- acari
Possiamo trovarli in moltissimi alimenti, tra cui marmellate, farina, pane, pasta, cacao e caffè… ed è tutto a norma di legge.
Contenuti
- Quanti insetti mangiamo in un anno?
- Nessuna regolamentazione in Italia
- Quali sono gli effetti sulla salute dell’uomo?
- Insetti, alghe, vermi, scorpioni e ragni sulle tavole europee: il via libera da Strasburgo
Quanti insetti mangiamo in un anno?
Secondo quanto dichiarato da Lisa Monachelli, direttrice di programmi per giovani e famiglie al New Canaan Nature Center in Connecticut, la media stimata di insetti mangiati inconsapevolmente da un singolo essere umano in un anno ammonta a quasi mezzo chilo (fonte: National Geographic).
Per chi si domandasse invece quanti insetti mangiamo in una vita, il calcolo è presto fatto: considerando una speranza di vita di 80 anni, la somma ammonterebbe a ben 40 chilogrammi di insetti a persona!
Nessuna regolamentazione in Italia
Per una volta, sono gli Stati Uniti a darci una lezione su una questione di sicurezza alimentare.
La regolamentazione italiana (ed europea) in materia è infatti del tutto assente, mentre negli USA ciascun alimento in commercio può contenere al massimo 50 frammenti di insetti per 50 grammi di prodotto.
In realtà, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aveva iniziato ad occuparsi della questione nel 1995, redigendo un documento (diponibile qui) intitolato “Impurità solide negli sfarinati e nei prodotti di trasformazione: metodo ufficiale di analisi (filth-test) e aspetti normativi“, nel quale veniva appunto preso come riferimento il modello americano.
Da allora, tuttavia, non è stato ancora preso alcun provvedimento a riguardo.
Quali sono gli effetti sulla salute dell’uomo?
La questione relativa ai possibili danni sull’uomo provocati da queste contaminazioni è ancora controversa e dibattuta. Ad esempio, nel documento sopracitato, si sostiene che:
È stato dimostrato infatti che l’ingestione di parassiti (acari ed insetti o parti di essi) può: (i) provocare allergie di varia natura, reazioni cutanee, asma; (ii) essere fonte di sostanze oncogene, chinoni e nitrogeni,
metaboliti della cuticola degli insetti; (iii) essere causa di disturbi digestivi e lesioni di diversa entità alla mucosa intestinale; (iv) veicolare e trasmettere patogeni di varia natura.
Si tratta comunque di considerazioni di ordine generale, ancora da verificare nel caso dei frammenti contenuti nei prodotti alimentari in commercio.
In ogni caso, il buon senso ci suggerisce che un’analisi quantitativa e qualitativa delle impurità presenti nei cibi sarebbe un utilissimo indicatore per rilevare eventuali violazioni delle norme igieniche di base da parte dei produttori dell’industria alimentare.
Insetti, alghe, vermi, scorpioni e ragni sulle tavole europee: il via libera da Strasburgo
Se da una parte l’Europa non ha ancora preso provvedimenti circa le contaminazioni alimentari summenzionate, dall’altro ha recentemente autorizzato la commercializzazione ad uso alimentare di insetti, alghe, vermi, scorpioni e ragni, ma anche nanomateriali, cibi costruiti in laboratorio e nuovi coloranti.
Attualmente il consumo umano di alcune specie di insetti, come i grilli, è consentito in Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna, e contiamo su un periodo di due anni per adattarci alle nuove regole
ha spiegato l’Ipiff, la Piattaforma Internazionale per gli Insetti come Cibo e Mangime.
Qualcuno sostiene che gli insetti siano il cibo del futuro, per via dell’elevato apporto di proteine e fibre.
Animalisti, vegani e vegetariani sono naturalmente di tutt’altro altro avviso.
Chi la spunterà?
Intanto, in attesa che la mosca nella minestra si trasformi da spiacevole inconveniente a guarnizione d’alta cucina, è proprio il caso di dirlo: buon appetito!
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